La Commissione Europea sta valutando di anticipare al 2030 il divieto di inflottare auto con motori endotermici.
I mezzi registrati da persone giuridiche, inclusi i veicoli
- a noleggio a lungo termine
- di proprietà dell’azienda ma assegnati ai dipendenti
- in leasing
- in car sharing
potranno essere solo elettrici.
La decisione ha suscitato forti reazioni in tutta Europa. In Italia in particolare, ANIASA - l’Associazione Nazionale che rappresenta l’Industria dell’Autonoleggio, della Sharing mobility e dell’Automotive digital - ha espresso “la più totale contrarietà” al provvedimento.
Secondo ANIASA, infatti, imporre l’elettrico alle imprese non solo rischia di rallentare la transizione, ma potrebbe avere effetti negativi su tutto il mercato, penalizzando sia le aziende sia il comparto automotive.
Ma cosa prevede esattamente la proposta della Commissione? E perché ANIASA e altri attori chiave del settore si stanno opponendo con tanta decisione?
La proposta della Commissione Europea e le ripercussioni sul settore
Secondo quanto anticipato dal quotidiano tedesco Bild am Sonntag, la Commissione Europea intende consentire l’utilizzo esclusivo di BEV per le flotte a partire dal 2030.
Una stretta anticipata rispetto al bando generale delle endotermiche previsto per il 2035, che ha generato forte preoccupazione tra gli operatori del settore.
Il piano, formalmente ancora in fase di elaborazione, punta a sfruttare la “leva” dei veicoli aziendali per trainare l’intero mercato verso l’elettrico. Come riporta il quotidiano Il Giornale a proposito del nuovo piano sull’elettrificazione, la Commissione prevedeva che entro il 2027 almeno il 75% delle auto aziendali fosse full electric, per arrivare al 100% entro il 2030. Ma lo scenario reale è ben diverso.
Ad oggi infatti, le infrastrutture di ricarica restano insufficienti. I vari Paesi europei hanno raggiunto livelli molto differenti, senza considerare le forti disparità anche all’interno dei singoli Stati.
L’offerta dell’elettrico, in particolare nei segmenti commerciali leggeri, è ancora limitata. Molti modelli non soddisfano le esigenze operative specifiche delle imprese.
Inoltre, i prezzi di listino delle BEV rimangono elevati rispetto alle controparti a combustione. Questo frena la diffusione, soprattutto tra le piccole e medie imprese che spesso hanno budget limitati per il rinnovo delle flotte e cercano – giustamente - soluzioni più accessibili.
Un comparto strategico per il mercato automotive
Consideriamo anche che in Europa il comparto flotte, con circa il 60% delle nuove immatricolazioni, rappresenta un segmento determinante per il mercato automobilistico complessivo.
Imposizioni così stringenti per questa specifica fetta di mercato rischiano di avere un impatto enorme non solo sulle aziende coinvolte direttamente, ma sull’intero settore automotive.
Il bando ai motori endotermici potrebbe infatti influenzare le strategie di acquisto, la pianificazione degli investimenti e la competitività delle imprese, con ripercussioni a catena su produttori, distributori e operatori della mobilità.
Per ANIASA, una proposta sbagliata e controproducente
ANIASA ha reagito duramente alla proposta, giudicandola impraticabile e dannosa. Secondo l’associazione, forzare la transizione elettrica per le imprese non favorisce affatto la decarbonizzazione, ma rischia di bloccarla.
La critica è condivisa anche da altri importanti attori istituzionali e industriali. In Germania, il Ministero dei Trasporti ha già fatto sapere di opporsi fermamente. Anche Markus Ferber, eurodeputato della CSU, ha chiesto alla Commissione di ritirare il piano. Sulla stessa linea l’associazione dei costruttori tedeschi (VDA), che denuncia la mancanza di condizioni adeguate per un cambiamento di tale portata.
Sul fronte industriale, anche Richard Knubben di Leaseurope e Nico Gabriel, membro del board di Sixt, hanno definito la proposta “impraticabile”, citando tra le criticità principali la mancanza di infrastrutture e la limitata disponibilità di veicoli a zero emissioni.
Perché la proposta non funziona
1. Disincentiva il ricambio
ANIASA sottolinea che un obbligo anticipato spingerebbe aziende e privati a rimandare il rinnovo dei veicoli, mantenendo in circolazione auto più vecchie e quindi più inquinanti. Il risultato? Un rallentamento della transizione ecologica, anziché un’accelerazione.
2. Genera una disparità tra privati e aziende
Obbligare solo le flotte a passare all’elettrico introdurrebbe una disparità di trattamento rispetto ai privati. Questo rischia di alterare le dinamiche del mercato e scoraggiare le imprese a utilizzare formule flessibili come il noleggio.
3. Infrastrutture ancora insufficienti
La mancanza di una rete capillare di ricarica rappresenta un ostacolo enorme all’elettrificazione. Senza massicci investimenti pubblici, è impensabile immaginare una conversione totale al 2030.
4. Impatto negativo sull’industria dell’auto
Secondo ANIASA, il provvedimento avrebbe effetti destabilizzanti per l’intera filiera automotive europea. Le modalità di approvvigionamento verrebbero stravolte, con ripercussioni gravi su produzione, distribuzione e occupazione.
La nostra posizione, l’equilibrio tra sostenibilità ed efficienza
Noi di Program Autonoleggio promuoviamo una transizione verso una mobilità sempre più sostenibile. Sappiamo bene che ridurre l’impatto ambientale è una necessità imprescindibile, ma per farlo servono soluzioni personalizzate e realizzabili. Ogni flotta ha caratteristiche ed esigenze diverse, e una strategia efficace deve partire dall’analisi accurata di fattori quali i percorsi, le infrastrutture di ricarica presenti sul territorio e le modalità operative dei driver.
Quello che più ci distingue come azienda specializzata nel noleggio auto a lungo termine è proprio l’attenzione che dedichiamo alla sostenibilità delle flotte dei nostri clienti, intesa in un duplice significato.
Ridurre le emissioni è solo una faccia della medaglia, l’altra è la perfetta operatività aziendale. Il nostro compito è trovare l’equilibrio tra sostenibilità ambientale e vantaggio operativo per l’azienda per garantire le massime performance con il minimo delle emissioni.
Uno dei motivi per cui non condividiamo la nuova proposta della Commissione Europea è l’esclusione a priori della tecnologia ibrida, che rappresenta invece una risorsa preziosa per le aziende, soprattutto in un momento in cui le infrastrutture di ricarica non sono ancora adeguate.
Inoltre, riteniamo che anticipare il bando ai motori endotermici per le flotte già dal 2030 rischi di spostare significativamente gli equilibri dell’intero settore automotive. In Europa, il comparto delle vetture aziendali rappresenta una quota maggioritaria del mercato e usarlo come volano per la mobilità privata significa sottostimare la sua importanza complessiva.
In conclusione, Program riconosce l’importanza di agire rapidamente per accelerare la transizione verso una mobilità più sostenibile. È necessario adottare politiche che favoriscano concretamente la riduzione delle emissioni, incentivando l’innovazione e l’adozione di tecnologie green, senza però trascurare le esigenze operative delle aziende e la realtà attuale del mercato.
Concordiamo con ANIASA nel ritenere che l’approccio debba essere graduale e pragmatico, evitando imposizioni rigide e avventate. Solo con strategie condivise, flessibili e basate su soluzioni realistiche, sarà possibile accompagnare le imprese in un percorso efficace di decarbonizzazione, tutelando al contempo la competitività e la sostenibilità a lungo termine.